Il materiale etnografico esposto – che coinvolge tutti gli aspetti della vita e delle tradizioni della Carnia e che copre un arco di tempo che va dal XIV al XIX secolo – è raccolto in trenta stanze. Parte della collezione è disposta secondo il criterio della ricostruzione d’ambiente: si possono così ammirare la cucina, la camera, il tinello, la bottega del battirame-ottonaio e quella del falegname. Sezioni specifiche sono dedicate ai ferri battuti, agli attrezzi dell’artigianato e a quelli della vita pastorale, ai costumi popolari, alle maschere, alla tessitura, alle ceramiche, ai così detti “bronzìns” (pentole tripodate in bronzo). Va sottolineata l’importanza della raccolta museale inerente i tessuti ed i ricami: la tradizione carnica in materia è notevolissima e l’esperienza qui maturata nei secoli è stata poi esportata ad altri ambiti territoriali, nazionali ed esteri. Di grande interesse per la storia sociale della Carnia è la collezione di ritratti che animano il museo. Una sala molto particolare è dedicata alla religiosità popolare, sala che documenta come questo particolare aspetto risulti fondamentale per la comprensione delle tradizioni e dei ritmi della vita quotidiana di queste genti. La ricchezza e la qualità delle testimonianze che il Museo Carnico raccoglie sono tali da renderlo uno dei più ricchi musei etnografici a livello europeo.